Lead Story
Last–day–of–June. Il tempo vola.
Più divento grande e più mi accorgo che le giornate volano, le settimane pure. I mesi iniziano e finiscono senza quasi rendermi conto di cosa c’è stato nel mezzo. Mi trovo a fine giugno senza aver goduto delle belle cose di questa stagione: uscire la sera con gli amici, camminare al Sacro Monte al tramonto, un giro in moto, e potrei continuare con tanto altro. Nei giorni scorsi ho incontrato un ragazzo – Martino – che vuole mettersi in gioco al mio fianco per provare a dare un futuro a questo progetto sportivo che porta ai Giochi del 2028. E’ chiaro, in primis servirà correre forte. Ma se il progetto non sta in piedi economicamente, non ha nemmeno senso parlare di tutto il resto.
Dentro di me si è placata l’ansia che mi accompagnava nelle ultime settimane, tipica di chi vede la situazione in stallo ma che non sa minimamente cosa fare per provare a raddrizzarla. Dopo questo incontro vedo una via, lui mi ha dato tanta fiducia e abbiamo messo le basi per un piano d’azione strutturato.
Qual è la cosa più difficile? Mettermi in gioco e metterci la faccia, uscendo completamente dalla mia zona di comfort. Sono abituato a fare calcoli e correre, non a intrattenere relazioni.
Voglio mettere tutto me stesso in questa attività perché ho capito che può essere la chiave per dare linfa e sostegno al progetto Los Angeles 2028.
Non voglio assolutamente chiudere baracca e burattini, perché correre è la mia vita, la competizione ad alto livello è la mia benzina. In questa fase della vita io sono un atleta. Per i calcoli, gli uffici e l’ingegneria ci sarà tempo nella prossima vita. Dopodomani magari tornerò a fare l’ingegnere, oggi no, domani nemmeno.
Pensieri veloci
#1 Sono nervoso e agitato per l’inizio di questa nuova avventura con i ragazzi di Ultra T&F, il mio nuovo gruppo di allenamento. Mi sembra di rivivere il primo giorno di scuola.
#2 Mi manca Gaia
#3 E’ un sollievo non sentire alcun tipo di dolore alla tibia