Progetto Los Angeles 2028
Cosa passa nella mente di un atleta?

Questo blog ha preso forma in una delle notti insonni degli ultimi mesi, pensando ai Giochi di Los Angeles 2028.
Sono Jacopo Peron, un atleta, un corridore degli ottocento metri. Ho un sogno: i Giochi Olimpici. E ho un piano per raggiungerli.
Nell’ottobre 2023 ho messo in pausa la carriera da ingegnere per dedicarmi completamente all’atletica. I Giochi di Parigi 2024 sono sfumati, troppo vicini e un lungo infortunio nei mesi di preparazione. Los Angeles 2028 è la mia chance, l’ultima, con un ciclo completo di quattro anni per provarci.
In questi ultimi mesi ho scritto un diario pensando a Los Angeles 2028: riflessioni sull’atletica, pensieri sparsi in momenti di gioia e di sconforto. Ho cercato di catturarli e dar loro una forma per non perderli. Da quando l’atletica occupa interamente le mie giornate, i pensieri sportivi sono più frequenti, più intensi, più profondi.
Ci sono i giorni bianchi, in cui tutto va a meraviglia. Ti senti invincibile, giusto, corri forte, il tuo corpo risponde, sei positivo.
Ci sono i giorni neri, in cui guardi nel tuo abisso. Ti domandi perché non funziona, ti metti in discussione, ti chiedi se vale la pena continuare.
E poi, ci sono i giorni grigi, quelli dominanti. Qui hai la possibilità di fare la differenza, perché il segreto non è elevare il picco, ma alzare la media.
Insomma, questo è il mio pensatoio atletico. Si può passare e sbirciare, scappare o restare.
Il portone è semplice, senza fronzoli, come l’obbiettivo scritto fuori:
Corri due giri nel minor tempo possibile.
Quando apri senti un profumo. Ricorda l’America.
West coast. Città degli angeli. Giochi Olimpici.