up and big down

03 | UP & BIG DOWN

Lead Story

Oggi è il mio compleanno. Sono in aeroporto, con Gaia che si è appena imbarcata per tornare in Vietnam, dall’altra parte del mondo, a finire il suo progetto di lavoro. Tornerà a fine luglio. Se ci penso ora mi sembra un’eternità.

Sono triste.

Zoppico. La frattura da stress che mi porto dietro da febbraio non è ancora guarita completamente. Anzi, sembra essere tornata prepotentemente a mettere la parola fine sulla mia stagione.

Cosa è successo?

Ad inizio aprile sembrava risolta: il dolore era scomparso, le tempistiche rispettate e i segnali positivi. Con Robi – il mio allenatore – ci siamo parlati francamente. Se volevamo puntare a fare gare forti nei mesi di maggio, giugno e luglio, era il momento di riprendere. Era un rischio, ma dovevamo provarci. I primi quindici giorni sono andati bene, ma poi, improvvisamente, il male alla tibia è tornato. Dolore tosto. Ho cercato di ascoltare il mio corpo e interpretare il feeling, perché quando rientri da una frattura da stress il fastidio rimane per tanti mesi. Si tratta di capire se quel fastidio piano piano si attenua fino a sparire o se, invece, si trasformerà di nuovo in dolore. Dopo qualche giorno era diventato dolore.

Risonanza, soldi, ortopedico, soldi. Risultato? Un bell’edema nella tibia e una linea frastagliata, nascosta ma chiara ad indicare che quella stupida frattura non era chiusa.

Mi metto l’anima in pace: devo far guarire l’osso, non bene, benissimo. L’estate sarà dedicata a questo. So già che mentalmente sarà una sfida dura. Altre sei settimane di nuoto, bici e allenamenti alternativi, senza Gaia al mio fianco.

Ho già affrontato tutto ciò negli scorsi mesi e so come gestirlo. Tuttavia, sono consapevole che mi aspettano giorni monotoni e pesanti, incastrati in una routine che non mi entusiasma. Ma alla fine dei conti lo farò comunque, perché si tratterà di allenare il mio corpo in modi diversi, ma comunque di allenarlo.

Tutto torna.

Nel 2025 correrò 1:44.

It’s a game of patience.


Condivido qui sotto un lavoro in pista fatto Sabato 27 aprile.

Contesto: avevo ripreso a correre nei primi giorni di aprile, e l’ho fatto in modo molto graduale. Da metà febbraio ad inizio aprile, solo lavori alternativi in acqua, bici e palestra. In saccoccia due sessioni di velocità , qualche sessione aerobica un po’ specifica. Niente di più. Voglio condividere questo per dimostrare che, anche se si lavora con metodi alternativi, si può comunque costruire qualcosa di positivo.

Info: Era il primo (e ultimo) lavoro di costruzione del passo gara 800, la prima volta con scarpe chiodate da febbraio. Non c’è nulla di eccezionale in questo allenamento; i tempi sono nella norma e sicuramente non riflettono una condizione da 1:46 sui 800 metri.

Commento: Non c’è nulla di eccezionale. I tempi sono normali e sicuramente non riflettono una condizione da 1:46 sui 800 metri. Lo condivido per mostrare che, anche lavorando con metodi alternativi, si può comunque costruire qualcosa di positivo che ti porta ad stare modestamente bene quando rientri a pieno regime con la corsa.

  • LAVORO:
    • 1x [400 – 150 – 250], rec 90”, pausa 8’
    • 1x [300 – 200 – 300], rec 90”
  • TEMPI:
    • 54”30 – 20”27 – 33”73
    • 40”60 – 27”22 – 39”61
  • VALUTAZIONE
    • Sforzo: 8/10
    • Feeling: 😐

    I commenti sono chiusi.