atleta sui blocchi di partenza per una gara di atletica leggera

07 | HEY FUNZIONO ANCORA!

Lead Story

Pazzesco come il corpo si trasforma e si adatta agli stimoli che riceve.

Da quanto ho iniziato ad allenarmi due volte al giorno – ad ottobre – c’è stato un gran cambiamento. Sinceramente, lo scorso anno pensavo di aver raggiunto una forma fisica eccellente, di essere già “tirato” al massimo. Mi guardavo allo specchio e vedevo un corpo definito. Avevo maturato l’idea che quello sarebbe stato il mio corpo definitivo, fatto e finito, fintantoché avessi continuato con l’atletica ad alto livello. Cazzata.

Dopo nove mesi da atleta-pro sto notando una trasformazione. Sotto la pelle le fibre muscolari sono più definite, nelle gambe, nell’addome, nelle braccia, un po’ ovunque. La capillarizzazione è aumentata. Spuntano vene visibili ovunque, specialmente dopo l’allenamento. La resistenza del core è doppia rispetto a prima. Insomma, sono più forte, decisamente più forte. Incredibile.

E’ come se il mio corpo piano piano si stesse avvicinando a quello di alcuni atleti pro che vedevo gli scorsi anni. Mi ricordo quando a St.Moritz osservavo da vicino Galen Rupp e Lopez Lomong: sembravano extraterrestri di un altro pianeta. La verità è un’altra: non mi allenavo tanto quanto loro.

Il corpo si trasforma adattandosi agli stimoli, è una macchina perfetta. Da quando lo sto tirando a giri altissimi, mi piace prendermene cura molto attentamente: sonno, massaggi, cibo sano e ancora sonno. Devo farlo, altrimenti si rompe.

È affascinante vivere in prima persona tutto ciò.

atleta in pista di atletica che beve da una borraccia in una giornata molto calda di sole in estate
gamba con muscolo molto definito di un atleta corridore degli 800m

Sabato sera, sto ascoltando Liberi Liberi di Vasco.

Sento salire la voglia di correre, di vincere. Voglio provare di nuovo l’adrenalina che scorre nelle vene quando cammini dalla call-room alla linea di partenza e incroci lo sguardo del tuo allenatore, della tua fidanzata o del tuo babbo o mamma in tribuna.

A tal proposito, mi viene in mente un momento dello scorso anno.

Lignano Sabbiadoro, 14 luglio 2023. Cammino verso la linea di partenza degli 800m con Erik Sowinski e Daniel Rowden, due big della mia specialità*.* Questa sarà la mia gara della vita – per ora.

Vedo Robi, il mio allenatore, a metà tribuna. Mi guarda. Nei suoi occhi c’è un fuoco intenso che non avevo mai visto. È la gioia di chi sa che presto si divertirà grazie al proprio lavoro. In quel momento capisco: devo dare il centodieci per cento, per lui e per il suo lavoro. Poi l’ho dato per entrambi, forse anche più per me stesso, per tutte le fottute ore passate in pista, di sera, nei mesi precedenti, dopo otto ore di quell’altro lavoro seduto alla scrivania. Rivedo quegli stessi occhi cinque minuti dopo, con le lacrime. Ho demolito il mio PB, correndo in 1:46.57. 4° italiano del 2023, 27° italiano di sempre. Io? Sì, io cazzo!

Roberto Severi, grande e grosso, che piange per me, per noi. Follia. E’ stata una definizione di amicizia, molto forte. Gli voglio tanto bene.

atleta jacopo peron e coach roberto severi alla fine di una gara degli 800m all'arena civica di Milano

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